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L’influenza del consumo di frutti di mare sul colesterolo

L’influenza del consumo di frutti di mare sul colesterolo

Sebbene siano costituiti da un gruppo di animali marini che possono appartenere ai gruppi dei molluschi (calamari, polpi, vongole, cozze, cuori di mare), dei crostacei (gamberi, granchi, aragoste, ecc.) o degli echinodermi (ricci di mare), sono meglio conosciuti come frutti di mare. Non tutte le specie appartenenti ai frutti di mare sono uguali, la ricchezza in vitamine e minerali può variare, così come la quantità e varietà dei suoi tipi di grassi, così importanti nel determinare i livelli di colesterolo nel sangue.

Scopriamo insieme il rapporto tra il consumo di frutti di mare e i livelli di colesterolo

Come funziona il metabolismo del colesterolo che misuriamo quando andiamo a fare le analisi del sangue?

Circa l’80% è prodotto dal nostro corpo ed è necessario per una serie di funzioni (in particolare quelle strutturali) nelle cellule e nei tessuti, compresa la produzione di ormoni. Solo il 20% circa del colesterolo è il risultato dell’alimentazione. È evidente, quindi, che “il peso” che viene attribuito agli effetti dell’alimentazione sui livelli di colesterolo è, in un certo senso, esagerato, il che non significa che non si debba fare attenzione all’alimentazione.

Cosa influenza i livelli di colesterolo?

– elevata assunzione di grassi saturi (cibi di origine animale) e grassi trans (cibi ultra-trasformati);

– ridotto apporto di grassi omega 3 (pesce grasso, alcuni frutti oleosi, e alcune verdure e semi) e bassa proporzione tra gli omega 3 e gli omega 6 (a causa dell’odierna dieta occidentale, a causa degli alimenti trasformati);

– assunzione di colesterolo.

Quali specie di frutti di mare possono contenere livelli più alti di colesterolo?

Tra tutte le specie di frutti di mare, solo i gamberi e i calamari dovrebbero essere considerati come contenenti livelli significativi di colesterolo, ma anche in questo caso, sono lontani dai livelli di colesterolo presenti nelle viscere (come reni e fegato) e nelle uova (in particolare nel tuorlo). Per quanto riguarda i grassi saturi e i grassi trans, i frutti di mare non appaiono sicuramente tra i primi 100 alimenti più ricchi di questi componenti.

Non ci resta quindi che riflettere sull’impatto che calamari e gamberi possono effettivamente produrre sui livelli di colesterolo nel sangue e, soprattutto, sull’effetto di questi livelli sulla salute cardiovascolare. Gli studi più recenti hanno dimostrato che anche i livelli più alti che si trovano nelle uova e nelle viscere non hanno alcun impatto sulla salute, a condizione che siano integrati in una dieta che contenga una buona quantità di verdura e frutta ricche in fibre e antiossidanti, cereali e derivati, preferibilmente integrali, quindi, anche i livelli presenti nei crostacei non avranno alcun impatto significativo. Importanti, in una dieta equilibrata, sono anche la fibra solubile dei legumi, che aiuta a regolare l’assorbimento dei grassi alimentari e l’esercizio fisico, essenziale per aiutare a metabolizzare tutti questi nutrienti.

Concludiamo con un avvertimento: fate attenzione, perché una seria restrizione nell’ingestione di colesterolo può addirittura far sì che il corpo ne produca di più per compensare ciò che non assunto attraverso l’alimentazione. In questo modo i risultati delle analisi, e anche sulla vostra salute, potrebbero addirittura essere peggiori.

Articolo di opinione: Ana Bravo, Nutrizionista